Archeologia sonora sperimentale a Tarquinia


La musica nella civiltà Etrusca


Molti autori antichi, greci e latini, sottolineano l'importante rapporto degli Etruschi con il mondo musicale. In particolare, gli Etruschi, privilegiavano gli strumenti a fiato ("aerofoni"), ma sono presenti anche "idiofoni" (sonagli, tamburi), trombe, flauti (syrinx) e strumenti a corda (lyra e kithara). Nell'iconografia e nei reperti archeologici, sono presenti importanti testimonianze relative al legame con la musica nella civiltà etrusca, come le pitture parietali nelle tombe, i vasi dipinti, statuette bronzee, rilievi, stele e urne funerarie, lastre decorate di terracotta.
Molte testimonianze provengono da Tarquinia, dove sono presenti molte raffigurazioni di strumenti musicali in diverse tombe (circa 129 raffigurazioni in 52 tombe), collocabili tra il VI secolo a.C e il III secolo a.C.
Nel mondo etrusco anche la danza e il canto erano aspetti complementari alla musica. Notevoli testimonianze iconografiche, con le raffigurazioni di coreografie, permettono, in alcuni casi, di poter ricostruire alcune successioni di movimenti con sequenze ottenute dalle singole immagini raffigurate. Ricorrono, anche se in scarsa presenza, testimonianze epigrafiche che suggeriscono elementi connessi alla metrica melodica e ritmica etrusca. 



Tarquinia in musica

 A Tarquinia, il 1 giugno, verrà presentato l'evento di archeologia sonora sperimentale "Paesaggi sonori etruschi"  di Francesco Landucci, musicista polistrumentista. 
L'esibizione si colloca all'interno della kermesse "Il mese degli Etruschi", che si terrà nell'antica cava di macco di Etruscopolis








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