Gli antichi filosofi greci avevano fatto notevoli riflessioni su questa tematica, inserendola tra i temi di principale studio ed interesse.
Non è l'amore romantico. Esisteva l'amore coniugale, basato sul rispetto, l'obbedienza per l'altro coniuge, ma c'era anche l' Eros, cioè i legami basati sul desiderio sessuale.
Eros veniva considerato quasi come un Dio, colui che scocca la freccia dal suo arco, facendo innamorare coloro che venivano colpiti. Una concezione dell'amore vista come una libertà totale.
Tra i filosofi di questo periodo, e connessi all'argomento, Platone è l'autore che è riuscito a dare una maggiore dimensione filosofica all'amore (Eros), con le sue opere Simposio e il Fedro. In particolare, va considerata la pedegastia greca (relazione ritualizzata tra due maschi di età differente).
Dal Fedro, con l'insegnamento della mito della biga alata, si può capire come Platone volesse far comprendere che le passioni devono essere guidate dalla ragione, ma, allo stesso tempo, queste, non possono essere eliminate. L'eros è ciò che spinge verso il Bello, è la divina mani. Infatti, quando l'eros è libero di manifestarsi, attraverso l'unione tra due amanti, esplode, rendendo viva l'immagine della bellezza e il ricordo delle idee eterne e immutabili, che risiedono nella piatta verità. E' quindi, il filosofo, ha la funzione di comprendere il vero significato di Eros: la connessione tra eros- bellezza- verità. Platone dice che l'amore indirizza verso la conoscenza. E' quindi necessario fare un canto all'eros, una celebrazione della sua vera essenza.
Anche nel Simposio ritroviamo il tema dell'Eros. Durante il banchetto, uno dei partecipanti (Erissimaco) propone infatti di dialogare su questo argomento. Qua ritroviamo, dopo una primo elogio alla grandezza e alla perfezione dell'eros, una visione che, a causa dell'intervento di Socrate, si trasformerà in una nuova concezione del dio, inteso come il più temibile dei demoni. Eros si trasforma in allegoria della filosofia, che diventa segno di sofferenza e tormento, per la continua brama di ascendere, verso la verità assoluta, senza però poterla effettivamente raggiungere, vagando, invece, nelle tenebre dell'ignoranza, che rende incerti. Eros diventa un simbolo atto a far emergere la concezione platonica della filosofia. Il filosofo, non essendo né sapiente, né ignorante, si ritrova dannato dal demone dell'amore, rendendolo internamente vuoto. Solo attraverso la filosofia può superare questa condizione. Si tratta però mezzi incerti, che lo portano in una condizione di "saper di non sapere". Un Eros che è amore per il sapere, che è la filosofia.
L'aspetto visivo dell'eros che, attraverso la bellezza, fa scaturire l'amore tra due individui. L'occhio diventa quindi la sede privilegiata dell'amore. Lo sguardo, rivolto a qualcosa di bello, si trasforma, si erotizza. L'Eros- Demone che risulta quindi essere la sola via d'uscita per poter giungere alla bellezza e al bene.
"Eros, eros, attraverso gli occhi instili il desiderio"
- Ippolito di Euripide -
Per approfondire:
- la concezione di Amore-Eros in Platone (link esterno)
- Simposio, Platone tra amore e filosofia (link esterno)
- ·consiglio la lettura di "L'amore è un dio" di Eva Cantarella (ed. Feltrinelli)
Fonti: C. Kahn, Platone e il dialogo socratico; F. Adorno, Introduzione a Platone; G. Reale, Eros demone mediatore; F. Trabattoni, Scrivere nell'anima; Sul romanzo.
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