Nei primi decenni del 1800,
molti glottologi hanno supposto la discendenza della lingua Latina
da quella Indoeuropea.
Cos'è una lingua Indoeuropea?
La lingua indoeuropea può essere
considerata come l'insieme di dialetti parlati da popoli
stanziati nelle aree della Russia continentale e dell'Asia centrale, in epoca
preistorica.
A partire poi dal 4000-3000 a.C.
, per diverse cause, si riscontrano spostamenti di queste popolazioni verso la
Turchia, l'Iran, l'India e, verso ovest, in Europa e nel Mediterraneo.
Si mescoleranno con i popoli stanziati in queste zone, accomunate dall'uso di
lingue derivate dal comune ceppo indoeuropeo.
La migrazione dei
Latini
La migrazione preistorica dei
Latini non fu un fenomeno legato a violenza, ma un'infiltrazione in più ondate,
importante dal punto di vista linguistico, sociale e religioso. Questi popoli
non erano quindi omogenei, ma si erano costituiti dalle varie integrazioni.
Le origini della lingua Latina
Vi erano diverse parlate
indoeuropee in Italia (come veneti, celti, osco-umbro, il siculo e anche il
greco).
Il Latino (arcaico)
era legato, inizialmente, solo alla limitata zona del Lazio, sviluppato
dall'unione del linguaggio parlato dai latini dei colli Albani e da quello dei
Sabini. Abbiamo scarsa documentazione epigrafica, ma da quello che resta
sul VI secolo a.C., possiamo intuire come questo linguaggio fosse povero
nel lessico e semplice a livello strutturale, riflettendo così le
limitate attività sociali ed economiche degli abitanti di Roma e del contado.
Con l'estensione del dominio
romano, unito all'ampliamento dei rapporti con altri popoli della
Penisola, si riscontra un ulteriore arricchimento linguistico e
culturale dei Latini. Importante fu l'influsso delle più evolute civiltà
degli Etruschi e dei Greci.
Tra il I a.C. e il I d.C. si
svilupperà il, cosiddetto, Latino Classico, conosciuto ancora oggi,
modellato sulle opere dei principali prosatori, come Cicerone, Cesare, Livio.
Non è però da vedere come un "mondo cristallizzato", ma bisogna
tenere conto della sua evoluzione.
Inizierà poi una prima
differenziazione della lingua latina scritta, da quella parlata,
sia a livello lessicale, che a quello sintattico e morfologico. Da notare che
le persone colte usavamo il sermo doctus, mentre, nel quotidiano,
prevaleva il sermo familiaris (o vulgaris).
L'evoluzione linguistica
Nonostante il più ampio uso del latino
volgare, anch'esso, presentava delle differenze sostanziali in base alla
luogo. Le vicende storiche connesse alla caduta dell'impero romano e, poi, in
seguito, con la formazione in Europa si nuove entità politico-sociali,
determineranno differenziazioni e modifiche linguistiche.
Si delinearono le Lingue
Neolatine (o romanze), che nonostante le trasformazioni, presentano
delle influenze della comune origine latina. Alla loro base, vi è soprattutto
il latino volgare.
Tra le principali lingue neolatine,
vi sono:
·
Provenzale
·
Francese
·
Rumeno
·
Ladino
·
Italiano
·
Sardo
·
Portoghese
·
Catalano
·
Spagnolo
La persistenza del Latino
Nei secoli successivi alla caduta
dell'impero romano, la Chiesa cristiana, contribuì notevolmente a
mantenere l'uso della lingua latina, con adattamenti per i culti ed i nuovi
contenuti religiosi. Importante ricordare la produzione letteraria
cristiana: Minuccio Felice, Tertulliano, Ambrogio, Agostino.
Nel Medioevo, il latino
coesistette, come lingua di culto (basta ricordare la rinascenza
carolingia e la Scuola Palatina), ma fu usata anche come lingua diplomatica
e giuridica nei vari regni romano-barbarici e rimando di uso costante per la
Chiesa.
Con l'Umanesimo e il Rinascimento
(XV- XVII secolo a.C.), vi fu una riscoperta della civiltà classica con la
conseguente rinascita del latino, la scoperta dei testi antichi e il
fiorire di studi grammaticali, ma anche caratterizzato dalle opere di grandi
scrittori, a partire da Petrarca al Poliziano.
Nel 1600-1700 il latino fu ancora
la lingua ufficiale della scienza e dell'insegnamento universitario. Anche
Galileo Galilei usò il latino per alcune sue opere.
Nel 1800 e nel 1900 l'uso della
lingua latina va diminuendo, restando in prevalenza riservato ai settori
specialistici degli studi classici.
Arrivando ai giorni nostri, per
molte persone, il latino è una lingua morta, tuttavia, esistono stretti
rapporti tra il latino e l'italiano, e, non va dimenticato, che nei
linguaggi settoriali della scienza, della medicina e della tecnologia, molti
vocaboli sono stati coniati su matrice latina (o greco-latina). Questo permette
di rendere più facili gli scambi culturali anche negli incontri internazionali
a livello scientifico. Risulta anche importante lo studio del latino per
poter "riscoprire" le radici della nostra civiltà.
(Fonte: Sistema latino, Petrini)
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