Come si viveva in città?

La città, a partire dal XII secolo, è il centro di uno sviluppo di una società complessa che si adatta al sistema signorile e alla sua ideologia.

Ma la cultura cittadina è la medesima, anche in luoghi differenti?

la città non va giudicata come qualcosa di isolato, ma va inseriva all'interno di una rete di relazioni (religiosi, mercanti, artigiani, ecc...). I cittadini, in particolare i mercanti, avevano ottenuto le libertà necessarie per le loro attività.
Entrare a far parte del mondo cittadino, cioè ottenere la cittadinanza, era però una cosa difficile da conquistare: serviva avere un lavoro o aver acquistato un'immobile all'interno delle mura.
Ogni città occidentale (a parte l'Inghilterra) aveva la sua cinta muraria. Ciascuna città era quindi chiusa e, con la sua progressiva espansione territoriale, era necessario ricostruite le difese un po' più lontane.

Essere cittadini aveva anche degli aspetti negativi: bisognava dipendere dal mercato, subire l'inconveniente di essere chiusi tra le mura, la mancanza talvolta d'acqua potabile quando i pozzi risultavano inquinati, vivere in mezzo agli escrementi e l'accumulo di rifiuti (in parte murati)  alimentavano infezioni e malattie. Inoltre, vivere nella città, comportava il dover accettare di confrontarsi con gente estranea al proprio costume e alla propria lingua, all'epoca non vista di buon occhio. I nuovi arrivati rappresentavano, allo stesso tempo, una necessità e un pericolo; per i venditori di generi alimentari e gli imprenditori vi era l'interesse di apertura, mentre nell'artigianato, la minima flessione creava sentimenti di ostilità e accresceva la distanza tra i cittadini e gli altri. Lo sviluppo monetario determinerà però una maggiore apertura, ma non risolverà il problema dell'integrazione.


La popolazione, in quanto massa, appariva formata da piccoli nuclei familiari; la famiglia cittadina era più ridotta rispetto a quella rurale. Risultando così più fragile, anche nella creazione dei nuovi nuclei famigliari, nei matrimoni, più difficili da realizzare (con un aumento dell'età media delle ragazze da maritare) e una meno duratura relazione, rispetto al mondo contadino.

Si può, quindi, comprendere come lo sviluppo di una città, porti con sé sia aspetti positivi che negativi, determinando, da un lato, uno sviluppo concreto sul versante economico, politico ed etico ed un maggior confronto culturale, ma, dall'altro, si presenta come una forza distruttrice dei legami familiari, una riduzione del ruolo centrale del capofamiglia (che fino ad allora ricopriva un ruolo dominante all'interno delle famiglie) ed il costante  problema dello sviluppo di epidemie.







(fonte: L'uomo medievale- . J. Le Goff)

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