Tra XI e XII secolo in varie parti d'Europa ( in particolare in Francia, Germania, Fiandre e nell'Italia centro-settentrionale) nasce l'autogoverno cittadino, il Comune, con caratteristiche differenti tra loro, ma sarà in Italia che vi sarà uno sviluppo maggiore dei Comuni.
Durante l'XI secolo vi sono vescovi-conti che nel centro Italia impongono le volontà imperiali. La nobiltà sente il bisogno di affrancarsi dalle imposizioni dell'imperatore. Durante questo secolo, troviamo già la formazione di organizzazioni volontarie formate dai capi delle famiglie più influenti che vogliono tutelare i propri interessi, in particolare il mantenimento della pace e dell'autonomia e la promozione della difesa della città dagli attacchi esterni.
In Italia possiamo distinguere due fasi principali di sviluppo comunale.
Una dalla fine dell'XI secolo all'inizio del XII che vede un evidente contrasto contro i vescovi, promossa dall'aristocrazia minore, che rivendica una maggiore autonomia dall'impero. Inoltre, il comune diventa l'autorità in grado di legiferare, amministrare la giustizia, battere moneta, imporre le tasse e dichiarare una guerra.
Il governo del comune è affidato a due o più consoli, scelti tra le famiglie più influenti, con una carica di durata annuale. La scelta dei consoli è affidata al parlamento e il loro potere è di tipo esecutivo. Sarà proprio durante questa fase che anche a livello architettonico, vi sarà un particolare interesse per le piazze, identificando questi luoghi come parte dell'identità cittadina poiché vi si affacciavano i principali edifici pubblici.
Saranno però anche gli anni di sviluppo di molti conflitti tra la nobiltà cittadina e la ricca borghesia, tra popolani e signori, tra autorità comunali e vescovi-conti o i feudatari. Si creeranno conflitti, anche armati, di notevole violenza.
Una seconda fase, vede la nascita della figura del Podestà, allo scopo di risolvere il problema degli scontri interni. Il Podestà prende quindi in mano il governo cittadino ed, essendo un magistrato forestiero, può avere una visione al di sopra delle fazioni in lotta, con una conseguente gestione più efficace dell'apparato statale. Egli sostituisce i consoli, con incarichi che ricoprono l'arco dai sei mesi a due anni. Nemmeno questa soluzione sembra stabile e duratura, nei comuni le tensioni interne restano presenti.
Col XIII secolo aumenta la domanda di alfabetizzazione, che fino ad allora era preclusa agli ecclesiastici, ed acquista ora caratteri laici, diffondendosi all'interno di palazzi nobili e borghesi, attraverso la figura del precettore (insegnante privato) o nelle università.
Dalle lotte di fazione, emerge poi il potere personale di un signore, determinando così il passaggio del comune alla Signoria, che si diffonderà in Italia tra 1300 e 1400.
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